Agosto 2023. 19 giorni di viaggio, 1360 chilometri, quasi 18000 metri di dislivello positivo. Tre nazioni attraversate: Albania, Macedonia del Nord e Kosovo. Due bici e una tenda. Siamo Raffaella e Paolo, coppia nella vita, dal 2021 pedaliamo insieme in piccoli e grandi viaggi.
Dopo Balkan22 il nostro viaggio dell’estate 2022 dall’Italia (Trieste) al Montenegro attraverso Slovenia, Croazia e Bosnia ed Erzegovina, nell’agosto 2023 abbiamo deciso di spingerci più a sud. Insomma, i Balcani ci piacciono, è quella parte di Europa che sentiamo così vicina e lontana allo stesso tempo. Da casa si raggiunge facilmente con un treno, eppure per oltrepassare i confini nazionali ci sono le frontiere e cambia la moneta. Zona di transito tra Oriente e Occidente fin dall’età preistorica, teatro di controversie religiose e politiche ancora in corso, si tratta di un territorio interessante da scoprire. E poi ci sono le montagne (il termine balkan deriva dal turco «montagna») che in un viaggio d’agosto significa riparo dalla calura estiva.
Nessuna traccia ufficiale, il percorso lo abbiamo creato da zero sui nostri tempi, unendo i luoghi che volevamo visitare. Non abbiamo una serrata tabella di marcia da rispettare: esiste un canovaccio, ma la traccia può subire variazioni giorno per giorno in base a come stiamo, agli imprevisti, al traffico, al fondo stradale.
Il viaggio in bici inizia dall’Albania, Valona, dove sbarchiamo un’umida mattina di agosto dopo una giornata di treni per attraversare l’Italia da nord a sud e una notte in traghetto per navigare il mar Adriatico da ovest a est.
Colazione, cambio soldi e acquisto di una sim albanese. Siamo pronti a partire.
I primi due giorni percorriamo la costa verso sud, oltre Saranda, al confine con la Grecia. In agosto la costa non è un bel posto per pedalare: è molto affollata di turisti che si spostano in auto. Quando possiamo, scegliamo strade secondarie, ma a volte non c’è scelta: convivenza obbligata.
Il lato positivo è il mare, sempre a destra, di un blu così intenso che è un piacere guardarlo. Spesso visto dall’alto -come dal passo di Llogara- a fine giornata ci regala refrigerio con la sua acqua cristallina.
Bello, ma ad agosto a piccole dosi: al giorno tre lasciamo il mare e puntiamo Girocastro.
Unica sosta all’imperdibile Blue Eye, una sorgente carsica che forma una pozza d'acqua gorgogliante che nei colori ricorda l'iride. Fortunatamente ci arriviamo presto, perché il posto è molto frequentato. Approfittiamo per una bella rinfrescata ai piedi e alla testa prima di affrontare l’unica salita di giornata.
Dopo Girocastro, pedaliamo attraverso il parco naturale di Zagoria e arriviamo a Berat attraverso una strada che, a ragion veduta, ci sconsiglia chiunque, ma noi imperterriti la percorriamo lo stesso. Il risultato è che per fare 25 km ci mettiamo tre ore e mezza tra salite e soprattutto discese molto difficili.
La ricompensa è Berat, patrimonio mondiale dell'UNESCO, città dalle mille finestre delle case ottomane, dove consumiamo una ricca cena tra verdure di stagione come melanzane e peperoni ripieni e la fergese vere, una salsa a base di pomodori, peperoni e ricotta salata che diventerà il nostro piatto preferito del viaggio.
Raggiungiamo il lago di Ohrid al giorno sei. Siamo ancora in Albania dove in realtà lo chiamano lago di Pogradec. L'Albania infatti se lo spartisce con la Macedonia: la città di Ohrid sta di là, mentre quella di Pogradec di qua.
Per non far torto a nessuno, facciamo tappa in entrambe le cittadine circumnavigando il lago. A Pogradec ci fermiamo per una bella colazione di rinforzo di metà mattina. A Ohrid ci arriviamo all’ora di pranzo dopo aver varcato il confine e, per la prima volta dalla partenza, prendiamo una stanza. Vogliamo fermarci per visitarla, ma non c’è un campeggio nei paraggi.
Dal lago di Ohrid Il nostro itinerario in Macedonia si snoda lungo il fiume Drin Nero, poi il lago di Debran e infine il torrente Radika. Attraversiamo il parco nazionale di Mavrovo fino a Gostivar e da lì raggiungiamo la capitale, Skopje, dove ci regaliamo un giorno di sosta.
Visitiamo la città, ma senza strafare. Nel pomeriggio riposino e poi piccole commissioni, come ritirare i vestiti puliti e profumati dalla lavanderia.
Nuovo giorno, nuovo confine: dalla Macedonia si va in Kosovo.
Tappa mediamente impegnativa, ma bella, che vuol dire che la fatica non la senti -almeno fin quando pedali. Attraversiamo il parco nazionale dei monti Sharr, da Brezovica a Prevallë e da lì scendiamo a Prizren.
La città merita una sosta. È la seconda città più grande del Kosovo e la sua capitale culturale. Si affaccia sul fiume Bistrica che divide la città vecchia da quella nuova.
Il viaggio attraverso il Kosovo è breve. Dopo Gjakova, dove ci concediamo un burek, rientriamo in Albania. Piccola ma bellissima deviazione al parco nazionale di Valbona attraversato dall’omonimo fiume cristallino. Salita caldissima verso le Alpi albanesi dove, raggiunto il camping, ci cuciniamo una cena sotto un cielo stellato come se ne vedono raramente.
Il giorno 14 è diverso dal solito. Il nostro viaggio in bici è intervallato da un lungo tratto di navigazione sul lago di Koman, un lago artificiale sul fiume Drin.
Non abbiamo altra scelta, per 30 km non esiste una strada in quella valle, dobbiamo prendere un traghetto. Due ore e mezza in compagnia di Gennaro e Wendy, due cicloviaggiatori incontrati qualche giorno prima all’uscita da Skopje che abbiamo ritrovato proprio all’imbarco. Lui è italiano, lei è canadese. Si sono conosciuti in Australia da dove è partito il loro viaggio. Pedalano da due anni e stanno puntando l’Italia.
Con Gennaro e Wendy ci troviamo bene, decidiamo di rallentare e pedalare con loro un paio di giorni. Trascorriamo una serata indimenticabile a Shköder, ospitati da una Chuck e Susan, una coppia di viaggiatori americani che vivono lì e offrono ospitalità grazie alla piattaforma Warmshowers.
Le nostre strade si dividono, il loro viaggio prosegue verso nord, il Montenegro. Noi giriamo a sud, puntiamo Tirana e poi Durazzo.
In due giorni raggiungiamo la capitale. Ci arriviamo non per la via diretta, ma allungando e complicandoci la vita. Sono gli ultimi giorni e vogliamo goderceli fino alle fine.
Attraversiamo il parco nazionale di Qafë Shtama: montagne che sono spugne cariche d’acqua e versanti gremiti di pini e faggi. La discesa dal parco diventa complicata quando ci troviamo davanti ad una frana: ci cacciamo in un labirinto di strade impossibili da pedalare e senza uscita. Pazienza messa a dura prova, ma alla fine dopo vari tentativi troviamo come venirne fuori.
L'ingresso a Tirana è meglio di come ce lo aspettassimo. Traffico intenso, ma ogni tanto capitiamo su qualche tratto di pista ciclabile. Ci regaliamo una mezza giornata per visitarla: piazza Scanderberg, la Moschea Et'hem Bey, la torre dell'orologio, la piramide di Hoxha, il quartiere Blokku.
L’ultimo giorno è semplice: si pedala da Tirana a Durazzo dove in serata abbiamo prenotato il traghetto per tornare in Italia. Prima però ci regaliamo qualche ora di spiaggia, un bagno e una bella cena.
Una traccia non banale che ha messo insieme paesaggi, cultura e fatica, cucina variegata e colorata, incontri gentili e persone accoglienti. Il traghetto di ritorno che accarezza le onde fa oscillare nella testa i ricordi disordinati ma ancora nitidi di un viaggio indimenticabile.